giovedì 12 aprile 2012

Partenze: ritorni


La sola sensazione che mi veste dopo la rilettura di queste interviste è riempire il trolley scassato, metterci le prime cose a portata di mano, scordarsi il detergente per il viso (rendo l’idea?) e partire.
Ma se non significasse solo questo andarsene? Mi ci voleva qualcuno che stesse tornando, ecco. Quindi mail alla mano, ho chiesto a Paolo di farmi cambiare idea, di provarci almeno, raccontandomi i motivi che lo stanno riportando in Italia, dopo un periodo in Germania.

Quando sei partito, cos'hai messo nella valigia?
Più che riempire la valigia ho riempito la macchina! La tempistica è stata un po' strana, il trasferimento era stato ipotizzato un anno prima, ma era bloccato a causa della crisi... Poi è stato necessario trasferirsi d'urgenza con solo due settimane di preavviso. Ed eccomi in Germania, un anno e mezzo ad Augsburg ed un anno e mezzo a Monaco. Il tempo è volato e la macchina è sempre piena di valigie!

Di cosa ti occupi a Monaco? Cosa ti ha portato quest'esperienza?
Multinazionale, ufficio Acquisti Corporate. Il mondo del lavoro ti porta a girare, il che significa sia stare per qualche anno fisso all'estero, che essere spesso in hotel a destra e sinistra. A suo tempo le alternative erano Asia o Germania, ma ho scelto la seconda, sia per la distanza che per il tipo di lavoro, decisamente più interessante e rivendibile. Col senno di poi la giusta scelta direi...

Volevi vedere il mondo per curiosità o perchè non avevi scelta?
Voglia di cambiare, sia lavorativamente che nel privato. Voglia di evasione dalla routine di tutti i giorni, voglia di fare un periodo all'estero finché si può, voglia di verificare se veramente il Veneto era il posto perfetto per me. E voglia di mettermi alla prova. Il tedesco un pò lo conoscevo, ma lavorare con lingua diversa, altra cultura, e responsabilità in più non è una sfida da sottovalutare. Riassumendo: tante cose tutte assieme, qualcuno direbbe che sono tanti motivi mescolati nel caos. Ma ho trovato la mia certezza, nella mia città sto bene, vicino al mio mare, alle mie Dolomiti!

Ti senti diverso da chi è restato in Italia perchè…?
Sì, mi sento diverso. E’ come se avessi fatto un corso di “intercultural training” di tre anni. Ci sono delle differenze culturali che stando in Italia non si possono capire. Non serve molto, forse basta anche un “Erasmus” che a suo tempo non ho fatto, ma credo che stare un po' all'estero ti apre veramente la mente; forse se tre anni fa qualcuno me lo avesse spiegato ci avrei creduto sì, ma non ci avrei dato tutto il peso di oggi. Anche se Italia e Germania sono vicine geograficamente, e se molti aspetti della storia sono simili o comuni, in realtà le persone di comportano in modo diverso, ed hanno una visione del mondo molto più ampia che dal nostro lato delle Alpi. Per fare un esempio: a molti italiani Milano sembra il centro del mondo per l'economia. E molti compagni di Università si sono trasferiti lì, perchè il Veneto è provinciale al confronto. Poi d'improvviso ti ritrovi all'estero e ti rendi conto che la “Borsa di Milano” neppure viene nominata in Germania. Ho imparato poi ad apprezzare ciò che di buono e di tipico abbiamo. Non parlo solo della pizza, ma anche di tutte le risorse naturalistiche, paesaggistiche e storiche, che purtroppo non sfruttiamo a sufficienza.
Ad ogni modo, tanti discorsi che ora sento in Italia mi fanno ridere, ed in parte mi fanno dire che siamo veramente anni indietro. Nasciamo e cresciamo nella stessa città, convinti che sia il paradiso, o ipocritamente ci lamentiamo che da noi va tutto male; all'estero invece si cambia città molto più frequentemente, e si decide più coscientemente cosa si vuole fare e dove si vuole vivere.

Oggi, a 3 anni di distanza, sei pronto per riprendere la valigia e tornare in Italia. Mancanza del tuo paese o insofferenza verso la Germania?
Direi la prima. Il mare, il sole. Pare strano ma sono disposto a pagare più tasse, ma distante dal mare non riesco più a stare! (ndr applauso al nostro intervistato che riesce a far le rime) E poi un quinto inverno con troppa neve e freddo non fa per me! Faccio mia la teoria che la neve sta bene sulle piste da sci, con l'eccezione del Natale dove è ammessa anche in città.

Tornare ti spaventa? Se sì cosa?
Tutti mi chiedono se sono preoccupato del lavoro, della crisi, dicono che in Germania sarei più sicuro. Forse è vero, ma la vita non è solo lavoro, e chi si dà da fare trova lavoro anche da noi. Non sono pessimista. Come dico scherzosamente, un chiosco in spiaggia dove lavorare lo trovo senza grossi problemi! Forse il punto di domanda che più mi preoccupa realmente è il rischio di annoiarmi. Professionalmente manterrò l'attuale responsabilità internazionale e la possibilità di viaggiare all'estero, che non guasta. Ma nel privato essere sempre e solo nei soliti posti non credo che farà per me, come prima che partissi. Uno dei motivi che mi ha spinto a partire è stato questo. Soluzione facile, girare il weekend e viaggiare all'estero nelle ferie, basta volerlo!

Cos'è la prima cosa che farai una volta tornato definitivamente?
In realtà ogni 2 weekend ho fatto la spola verso Treviso: 5-6 ore di auto non sono poi tante. Quindi non mi sono fatto mancare gli amici, i bar, il mare d'estate e d'inverno e la famiglia. Perchè sono tornato così spesso? Affetti a parte, fin dall'inizio la risposta è stata: voglio vivere il Paese in cui vivo, ma non voglio perdere l'Italia. Ho macinato migliaia di chilometri ma son contento della scelta.

Birra o spritz?
Entrambi. E anche un bel vinello in un bacaro veneziano.

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