domenica 13 maggio 2012

Giornalisti

"Lei è un bugiardo, le sue cifre sono false", "Non è vero, sono corrette".
Mercoledì 2 Maggio, tra le 21 e le 23.50, poco più di 17 milioni di francesi hanno seguito in diretta il dibattito televisivo tra Nicolas Sarkozy e François Hollande. Quasi tre ore in cui i candidati hanno parlato di tutto, dall'immigrazione al fisco, dalla disoccupazione all'energia nucleare. Un dibattito preparato in ogni minimo dettaglio: il tipo di sedie, la distanza tra l'uno e l'altro, la temperatura dello studio. Al centro c'erano due giornalisti, due volti noti della tv francese, Laurence Ferrari di Tf1 e David Pujadas di France2. Hanno garbatamente rivolto le domande ai due candidati e timidamente cercato di far rispettare i tempi. Intanto, nella redazione di Owni, un sito di informazione francese, c'erano quattro giornalisti tra i 22 e i 29 anni che davano vita a Véritomètre, una sorta di macchina della verità in diretta su Twitter. Appena uno dei due candidati citava un numero (il debito pubblico francese, le centrali attive in Francia, i soldati presenti in Afghanistan), la redazione di Véritomètre verifica l'informazione, incrociava le fonti, se aveva dei dubbi chiedeva ad altri utenti, e nel giro di pochi minuti twittava il responso: correct, incorrect, imprécis, e quando il dato non era giusto riportava quello esatto, con tanto di link alla fonte. Chi seguiva il dibattito poteva così farsi un'idea in tempo reale dell'attendibilità dei due candidati. Hanno scritto 54 tweet, quasi uno ogni tre minuti.
Per la cronca, l'indice di credibilità di Hollande è stato del 58 per cento, quello di Sarkozy del 47.
A tutti quelli che si ostinano a ripetere che non è possibile fare del vero giornalismo in 140 caratteri, bisognerebbe chiedere chi erano i veri giornalisti durante il dibattito tra Hollande e Sarkozy: se i due mezzobusti televisivi molto sorridenti e quasi muti o i quattro ragazzi del Véritomètre con i loro tweet.


(Giovanni De Mauro, da "Internazionale" nr 948) 

giovedì 10 maggio 2012

La prima volta


La prima volta sei impreparato. La prima volta proprio non la sai. La prima volta speri sempre che sia l’ultima, sia che tu voglia rivivere il momento milioni di volte, sia scordartelo nel momento stesso in cui finisce.
La prima volta è una. Le sensazioni successive saranno iperboliche ma mai eguagliabili.
Se uno ci pensa, ci sono miliardi di prime volte in una vita.
La prima volta che capisci come legger l’ora, la prima volta che impari ad allacciarti le scarpe o andare in bicicletta (e una delle prime volte che ti fai un male cane sull’asfalto), la prima volta che perdi un dente e ti sembra una catastrofe, la prima volta che ti metti al volante della macchina del nonno e in folle parti come una scheggia, la prima volta che vedi il mare, la prima volta che leggi un libro, la prima volta che ti manca un amico, la prima volta che ti innamori sul serio anche se dura un giorno, la prima volta che ti rompi le ossa, la prima volta che ti spiegano come sei nato, la prima volta che vedi piangere i tuoi genitori, la prima volta che perdi qualcuno che ami sul serio anche se era nella tua vita da meno di un giorno, la prima volta che ascolti Battisti e ti sembra di aver scoperto l’America, la prima volta che vedi l’America, la prima volta che fumi una sigaretta, la prima volta che capisci una persona che parla una lingua diversa, la prima volta che ti senti lo stomaco in gola perché c’è qualcuno che ti fa sangue, ma parecchio, la prima volta che ascolti la Madama Butterfly di Puccini, la prima volta che leggi 1984 e ti viene automatico ogni 20 pagine guardare la data di edizione per assicurarti che non sia stato scritto proprio ieri, la prima volta che vai al cinema, la prima volta che ti raccontano l’Odissea, la prima volta che ascolti Stairway to heaven, la prima volta che non arrivi a fine mese, la prima volta che ti tradiscono, la prima volta che ti rialzi, la prima volta che dipingi un quadro, la prima volta che partecipi a un flash mob, la prima volta che assisti  ad un concerto con 50.000 persone e c’hai l’adrenalina che ti fa ballare tutta la notte e andare a scuola il giorno dopo, la prima volta che guardi ET e piangi e anche se lo riguardi e piangi e ancora, non sarà mai come la prima volta.
La prima volta sei protetto da quell’evidente inconsapevolezza che ti rende intoccabile al mondo intero, perché è la tua prima volta e non puoi sapere come si fa.
Oggi ho passato una canzone ad un amico perché non la conosceva: Redemption song. Ammetto che per i primi 2 secondi il click degli insulti ma-dove-vivi sono scattati. Ma poi un po’ l’ho invidiato. Era la sua prima volta.
Spero di averne tante domani.


FameChimica